Sul Confine

Carrozzeria Orfeo (Chiari Bs ) / Centro R.A.T. (Cosenza)

Sul Confine
 

Drammaturgia di Gabriele Di Luca
Regia: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti e Alessandro Tedeschi
Interpreti: Gabriele Di Luca, Massimiliano Setti, Alessandro Tedeschi
Musiche Originali: Massimiliano Setti
Luci: Diego Sacchi
Costumi: Luisa Supino

Spettacolo vincitore del Premio
Tuttoteatro.com alle arti sceniche “Dante Cappelletti” 2008
«In equilibrio tra coreografia e drammaturgia, tra vita e morte, Sul confine illumina con brevi raggi di luce il destino di due soldati persi in un metaforico deserto. Lo scandalo dell’uranio impoverito apre uno scenario essenziale in cui azione verbale e racconto visivo collaborano a restituire dignità a vittime dimenticate e fin troppo silenti, eroi loro malgrado in anni in cui le guerre vengono pudicamente definite operazioni di peace keeeping».
Motivazione della giuria, Roma 22 dicembre 2008

“…lo vedi quell’albero? Le radici sono immerse nel fiume, eppure il tronco è secco. Morto e vivo nello stesso istante pensai quando lo vidi. Come me ora, che sono vivo e allo stesso tempo, forse…”

Lo Spettacolo

Buio. Due uomini si risvegliano in un luogo sconosciuto. Non si conoscono, ma forse si sono già visti prima. Qualcosa nei loro occhi li unisce nel profondo. Dai vestiti sembrerebbero soldati ma chi li ha portati lì? Come sono arrivati? E perché insieme? Intorno a loro sabbia, deserto ovunque. Ricordare appare impossibile. L’incubo di essere impazziti, il sospetto di essere spiati o vittime di esperimenti, l’alienazione del sogno, il timore della morte li tormentano. Poi all’improvviso un’immagine, un ricordo che li unisce: il fiume, che scorre in mezzo al deserto e come una lama divide gli uomini e la guerra. Con sé trascina il cadavere di un soldato, un amico contaminato e ucciso dall’uranio impoverito, un caso che l’esercito ha preferito insabbiare. Su quelle stesse rive, scolpito nella mente di entrambi, un alberello secco con le radici immerse nell’acqua. Attraverso quest’immagine intraprendono un “pericoloso” viaggio nella memoria e si accorgono di essere “sul confine”, luogo di scelta e di passaggio, tra ricordi da espiare e scarpe bianche da calzare.