Centro R.A.T. / Teatro dell’Acquario
Spettacolo liberamente ispirato a “I Vestiti Nuovi dell’Imperatore” di G. Rodari
di e con Rossana Micciulli e Francesco Liuzzi
In cuore abbiamo tutti un cavaliere pieno di coraggio,
pronto a mettersi sempre in viaggio
G. Rodari.
La storia sembra già sentita ma questo spettacolo è in realtà il acconto di un furto, di un occasione colta pur di tornare in scena e di un finale cambiato.
Due strani personaggi entrano sul palco e spostano oggetti, costumi, una valigia, preparano la scena per lo spettacolo che sta per cominciare.
Chiaramente non ne sono loro gli attori.
Lo spettacolo sta per iniziare e gli attori, quelli veri, non sono ancora arrivati.
Ed ecco che nell’attesa che essi arrivino e il pubblico entri in sala, mentre si intralciano l’un l’atro e si rubano la parola, ai due bastano un boa e una parrucca, una luce diversa e un tiro abbassato per fantasticare di esibirsi, immergersi da veri protagonisti nel sogno magico del teatro, ricordo, forse, di primavere passate.
E’ un attimo … e si accorgono che senza essere stati avvisati il pubblico è entrato, la platea è piena, li osserva, così … d’un tratto, ma gli attori, quelli veri, non sono arrivati!
Tra dubbi e perplessità, timori e desideri decidono che questa è un occasione che non può andare persa. Saranno loro a salvare lo spettacolo, in fondo, … quando gli ricapita!
Si lanciano così in modo rocambolesco nella fantasiosa interpretazione di tutti i personaggi della storia conosciuta in cui un sarto finge di cucire abiti straordinari per l’Imperatore vanesio e la sua sposa. Abiti che possono essere visti solo da chi è veramente degno.
Ed ecco che lo spettacolo prende forma con tanto di cambio costumi, luci e musiche!
Ma accadrà davvero? L’imperatore farà la sua sfilata senza niente addosso solo perché tutti, pur di non essere additati come sciocchi, dicono di vedere i vestiti?
E mentre l’Imperatore fiero, sfila tra i bambini con il suo Vestito Nuovo, qualcuno troverà il coraggio di ridere di lui e della sua vanità ?!
Ma soprattutto i due “servi di scena” porteranno a compimento lo? O gli attori, quelli veri, arriveranno ad interrompere il loro sogno?
A ben guardare questo spettacolo ha a che fare con il coraggio e la capacità di gridare senza timore ciò che si pensa veramente; contro i condizionamenti che a volte ci spingono a credere e pensare ciò che in realtà non esiste, o semplicemente in cui non crediamo; ha a che fare con gli stereotipi di genere che creano piccole gabbie in cui farci stare al sicuro ma che limitano la nostra libertà di espressione, con l’importanza della capacità di costruirsi un pensiero proprio e la libertà di poterlo esprimere ad ogni costo e, dunque, infine, ha a che fare con la necessità del teatro come mezzo unico e insostituibile per far si che ciò accada.